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La pratica Yoga è per tutti

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Lo yoga è, innanzitutto, unione delle componenti dell’essere: corpo, mente e spirito.

La ricerca di tale integrazione aiuta l’individuo a giungere a una condizione di armonia ed equilibrio, a sviluppare l’apertura spirituale e un maggior benessere psico-fisico. 


Le Asana, ovvero le posizioni, sono uno degli otto principi dello Yoga (“Yoga Sutra”, Patanjali): 1) Yamas (principi etici, come “non praticare violenza”, “non mentire”), 2) Nyamas (pratiche da osservare per una ricca vita spirituale), 3) Asana (posizioni fisiche per prendersi cura del corpo ed evolvere spiritualmente), 4) Pranayama (respirazione), 5) Pratyahra (abbandono dei sensi e attenzione al mondo interiore), 6) Dharana (concentrazione), 7) Dhyana (meditazione) e 8) Samadhi, lo stadio più alto, definito come estasi, in cui si raggiunge consapevolezza e presenza mentale e in cui siamo pervasi dall’energia che connette tutti gli esseri presenti in questa dimensione e non solo.


La pratica delle Asana non deve essere intesa come performance fisica.
Esistono centinaia di Asana, non è assolutamente necessario conoscerle tutte o riuscire a praticarle tutte.
La pratica yoga è priva di giudizio sulla performance fisica.
Molte persone che praticano yoga hanno una buona flessibilità, è vero, ma perché la pratica regolare e costante delle Asana consente ai nostri muscoli di allungarsi, distendersi, rafforzarsi. La pratica porta a un aumento di flessibilità. Una maggiore flessibilità, di per sé, non rappresenta una maggiore predisposizione alla pratica dello yoga.
Pensiamo, ad esempio, all’equilibrio. Ci sono persone molto flessibili che hanno difficoltà nelle posizioni di equilibrio. E viceversa. Ci sono persone con un buon equilibrio e una scarsa flessibilità. Ci sono tante, tantissime persone che non respirano correttamente, indipendentemente da tutto il resto.


Qual è, in assoluto, la posizione più difficile, per la maggior parte delle persone, contestualizzando alla società in cui viviamo (2022, società occidentale)?
La posizione del cadavere, Savasana, ovvero il rilassamento.
Perché rilassarsi restando coscienti è, di fatto, difficilissimo per tutti noi, se non siamo “abituati” a farlo. La pratica di Savasana ci aiuta a entrare in uno stato di profondo e rigenerante rilassamento. A parole, non sembra niente di così complicato. Di fatto, la maggior parte delle persone che si avvicinano alla pratica yoga, nel momento del Savasana non riescono a rilassarsi o si addormentano (molte, sapendolo in anticipo, e auto-giudicandosi “negativamente” si alzano e chiedono di interrompere la lezione “tanto non mi rilasso”).

Quando dico, ripeto all’infinito che la pratica yoga è per tutti, intendo proprio per tutti.
Hai una determinata patologia che ti impedisce di praticare molte Asana? Ok, vuol dire che potrai praticare le Asana che non sono contrindicate, praticare la respirazione Pranayama e ricercare comunque l’unione tra corpo-mente-spirito.
La “spettacolarizzazione” della performance fisica nello yoga, che ritrovo spesso sui social e non solo, di certo non aiuta ad avvicinare molte persone che non hanno mai praticato e che vorrebbero, ma si sentono “bloccate” perché pensano che lo yoga non sia per loro.
Ecco, vorrei che questo articolo arrivasse anche solo a una di queste persone.

Lo yoga è per tutti. Ed è anche per te.
La pratica yoga ci porta armonia, consapevolezza, equilibrio fisico e mentale. Ed è davvero un grande regalo che possiamo fare a noi stess*

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